sabato 11 settembre 2010

INTRODUZIONE ALLO YOGA


INTRODUZIONE ALLO YOGA , a cura di Srinivas e Patou Triphati


“LOKAH SAMASTA SUKHINO BHAVANTU”

E' molto interessante e di buon auspicio che si organizzino incontri e seminari di confronto e di scambio di esperienze.
Grazie a Maria per l'energia che da' per l'organizzazione del festival e grazie a Lalla che con il suo centro Hanuman ci da' il luogo dove questi incontri possano accadere.

Cari amici, una vita intera di esperienza nello Yoga, lo Yoga della vita, vissuto per nostra grande fortuna con maestri viventi, lo Yoga dell'esperienza e dello studio ci hanno portati ad una visione che volentieri condividiamo con tutti voi.

Yoga e' l'esperienza del ritorno alla sorgente della vita, e' il viaggio interiore che l'umanita' deve compiere per dare un senso alla vita, per ritrovare quell'essenza primordiale che l'ha originata.

Una scienza antica come il mondo le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
I Maestri dello Yoga furono molti e tra coloro che hanno lasciato degli scritti validi ancora oggi troviamo: Vashisht, Kapil Muni, Patanjali e Gorak Nath.

Tutti gli insegnamenti dei maestri del passato portano in una sola direzione e cioe' a raggiungere la Liberazione, attraverso un percorso che loro stessi hanno praticato ed ultimato; altri Maestri, senza togliere nulla al loro valore, si sono più concentrati su una o due parti dell'intero insegnamento dello Yoga, come ad esempio Asana, Pranayama e Meditazione.

Iniziamo con lo Yoga più antico, di Kapil Muni, colui che per primo espresse i concetti di Conoscenza e di Non Attaccamento (GHYANA e VAIRAGHYA).

Uomo di grande valore che per primo seppe distinguere i fiori migliori nel giardino della Conoscenza e li raccolse tutti insieme in una ghirlanda carica di bellezza e di profumi che è lo Sankhya Yoga. Sankhya significa scientifico, logico, matematico.

L'intero creato (Shrishti) proviene dallo Yoga, da quel perfetto momento creativo, chiamato Parampurush, l'invisibile, il nulla, lo zero, in cui si autogenerarono Purush e Prakriti, le parti visibili, percepibili. L'anima ed il corpo del creato.

Da questa unione, presero forma dapprima i tre caratteri, chiamati Guna:
“la Purezza, la Forza e l'inerzia” Sattva Rajas Tamas

Dai tre caratteri, variamente combinati tra di loro, si formarono ventiquattro elementi (Chaturvinsat Tattva):

- i 5 elementi del creato: etere, aria, fuoco, acqua e terra, che si generarono uno dall'altro,
corrispondenti nel corpo fisico ad ognuno dei cinque sensi;
- i 5 sensi: udito, tatto, vista, gusto e l'odorato;
- i 5 organi attivi: mani, piedi, bocca, genitale e anale;
- i 5 venti che aiutano tutte le funzioni vitali. L'energia vitale, Prana, viaggia con i cinque tipi di
Vayu (vento, aria): Prana Vayu, Apana Vayu, Saman Vayu, Vyan Vayu, Udan Vayu.

- le 4 funzioni della mente: il pensiero, la discriminazione, l'ego o l'identita' e la quarta funzione che e' il prodotto delle altre tre, la proiezione, quella parte che mai si ferma e che dovremmo invece imparare a governare, ecco la funzione della pratica dello Yoga, aiutarci a compiere il viaggio dal corpo fisico alla sorgente del corpo e della mente. Quando usiamo le nostre energie solo per scopi materiali la nostra mente e' al solo servizio dei nostri desideri, questa diventa la nostra prigione.

Kapil e' dunque l'iniziatore dello Yoga Parampara, indicativamente prima di Rama Avatar cioe' piu' di ottomila anni fa.
Segniamo il tempo per quel che puo' significare a noi, in questa epoca, poiche' tutto il mondo materiale esiste nel tempo.
Yoga e' al di la' del tempo, Yoga e' sempre esistito.

Yoga Parampara' da' nascita allo Sankhya Yoga.
La parola Parampara', tradotta normalmente come tradizione, trasmissione, significa in verita': Param cioe' Paravidya, la grande Conoscenza, Apara: come puo' essere applicata nella vita.

Come la grande Conoscenza puo' essere applicata alla vita, questo e' il dono che ci ha lasciato Kapil muni.

Molti maestri si succedettero fino a Vashisht, maestro di Rama, che diede forma allo Ghiana Yoga, con il famoso testo Yoga Vashisht. Ghiana e' Conoscenza.

Khrishna con la Bhagavad Gita, il piu' famoso testo sacro dell'hinduismo, indica nel terzo capitolo al versetto 3:

"GHIANA YOGHENA SANKHYANAM

KARMA YOGHENA YOGHINAM"

Nello yoga sono lo Sankhya
nel karma sono lo yoga

e prosegue con Sannyas yoga la rinuncia alla vita materiale, Niskam karma yoga le azioni disinteressate, senza l'attesa del risultato,e Bhakhti yoga, la profonda devozione.

Dopo Krishna, Patanjali che nel suo Yoga Sutra, riorganizzo' il karma Yoga con l'Ashtanga Yoga, gli otto gradini, il testo si compone di quattro capitoli:

- Samaadhipaad, il Samadhi, la meta da raggiungere;

- Saadhanpaad, gli strumenti per raggiungere la meta;

- Vibhutipaad, i consigli per il miglior uso dei poteri che si ottengono e forza per proseguire e
non fermarsi prima della meta;

- Kaivalyapaad, il raggiungimento dell'eterna beatitudine in seguito al distacco dai desideri, dai
diritti e dai doveri.

I meriti acquisiti in vite precedenti, i giusti rimedi della Natura (erbe e minerali), i mantra (AUM), le rinunce, tutto cio' ci porta alla realizzazione del Samadhi.

Nel Patanjali yog Sutra, l'indice e' puntato sugli otto gradini, le prove, i risultati che si ottengono con una giusta pratica, con disciplina e costanza.
Yam, Niyam, Asana, Pranayam, Pratyahar, Dharana, Dhyan, Samadhi.
Sono uno la conseguenza dell'altro, sono tutti legati a delle prove, che garantiscono la riuscita, in modo strettamente scientifico.

Per esempio il versetto n. 35 del secondo capitolo Sadhanapaad dice:
" AHIMSAAPRATISHTHAYAM TATSANNIDHAU VAIVAIRATYAAGAHA"
Quando hai realizzzato l'Ahimsa, la non violenza, vicino a te, non solo dentro di te, intorno a te, non c'e' nessuna energia nemica.
Non solo perche' non mangiamo carne, siamo non violenti, certo questo aiuta, ma la non violenza deve abitare tutte le cellule del nostro corpo, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni.

Per praticare lo Yoga, non è necessario nessun credo nè fede.
Il vero credere è solo dopo che si è provato, sperimentato.
Lo studio dello Yoga richiede tempo e pratica costante.
Pratica fisica, ma principalmente mentale.
Procedendo nello studio si comprenderà come la mente ed il corpo
siano legati e dipendenti l'uno dall'altra.

La maggioranza dell'umanita vive con la mente soggiogata dal corpo, essendo la mente poco sviluppata.
Il mondo interno è sempre la causa di ciò che avviene nel mondo esteriore.
Il fine e lo scopo di tutte le scienze è di trovare l'Unità, l'Uno dal quale tutto ha avuto origine,
quell'Uno che è anche il Tutto.

I primi passi da compiere per coloro che desiderano intraprendere il cammino verso se stessi, sono quelli di iniziare a darsi delle regole, senza costringersi in impegni che non potranno essere assolti, ma fissando alcuni punti che sarà necessario seguire.
Se non è presente la benchè minima volontà a seguire un metodo, meglio non iniziare neanche.

Il governo della mente richiede molti sforzi, costanza e tenacia.

Ora vi elenchiamo gli otto gradini dell'Asthanga Yoga di Patanjali.

Il primo e' Yama l' autocontrollo, le promesse da mantenere, che sono:

ahimsa, non violenza,
satya, verita', dire la verità, cercare la verita',
asteya, non rubare, non impossessarsi di cio' che non ci appartiene
brahmacharya, continenza, moderazione, protezione dell'energia fisica e mentale;
aparigraha, non accumulare materiale, ne' immateriale.

Niyama è il secondo gradino dello Yoga, sono abitudini regolari sono osservanze:

shaucha, pulizia interna ed esterna,
santosh, buonumore, senso di appagamento, di soddisfazione, la capacita' di sentire che si e' compiuto qualcosa,
tapas, calore che si sviluppa interiormente in seguito alla rinuncia al non accumulo,
svadhyaya studio di se' e delle scritture sacre
Ishvara pranidhana, fiducioso abbandono, coinvolgimento totale, ricordarsi sempre che noi siamo uno strumento del volere divino.

Il terzo gradino, Asana sono le posture, posizioni che danno particolari sensazioni di tranquillita', di calma, posizioni che sono mirate ad un risultato di quiete interiore.

Pranayama : PRANA significa Energia Vitale, AYAM, giusta direzione. Svariate tecniche di respirazione che praticate insieme agli Asana, contribuiscono all'apertura di tutti i chakra ed all'equilibrio di tutti i venti.
Dhyana o MEDITAZIONE. Quando siamo riusciti a controllare la mente, possiamo comprendere e praticare il testimone, l\'d5osservatore della mente e del corpo, ad un passo dalla realizzazione.

Samadhi quando diventiamo testimoni dell'Universo e l'Universo diventa noi che non siamo più noi, ma siamo testimoni. Nella Cristianità simbolicamente, Dio ha lavorato per sei giorni, anche nello Yoga, si lavora per sei gradini, il settimo e l'ottavo sono riposo infinito, poichè sposato con l'Universo, tutto accade da se', senza azione. Questo è Samadhi.

Senza Yama e Niyama, che sono pratiche morali, non si otterranno mai i frutti dello Yoga.

Nel viaggio interiore, possiamo distinguere due tipi di percorso:
uno e' quello praticato in tutto il mondo dalle religioni, PRAVRITTI MARG, che insegna a come comportarsi bene, a come pensare bene, a come essere positivi per il futuro proprio e di tutta l'umanita', per raggiungere nell'altra vita il paradiso.

Altro percorso e' detto NIVRITTI MARG , il percorso dell Yoga, collegato si' con tutte le religioni, ma anche a se' stante, poiche' impone certo a comportarsi bene con se stessi e con l'umanita', nel Vibhutipaad di Kapil si parla di questo.
Fino a questo punto non c'e' differenza con gli insegnamenti religiosi, ma nel Kauvalyapaad troviamo quella parte che fa la differenza, perche' indica come ritrovare il proprio se', la propria forma completa la SVARUPA.

La differenza tra il livello raggiunto con una vita pia e devota ed il paradiso, e' soltanto di quantita', si pensa che nel paradiso possiamo ottenere tutto cio' che vogliamo, in verita' non abbiamo ancora abbandonato il desiderio, il voglio.

Nella realizzazione della Svarupa, del proprio se', abbiamo raggiunto uno stato di beatitudine, al di la' del paradiso e di tutti i desideri terrestri.
Questo e' cio' che distingue lo Yoga da tutte le religioni e la filosofia orientale da quella occidentale: l'esperienza della realizzazione di se' che si ottiene solo con il diventare cio' che si pratica.

Quando e' con l'esperienza personale che abbiamo vissuto, che abbiamo acquisito certe verita', non v'e' nulla e nessuno al mondo che potra' farci cambiare, diventiamo cosi' i migliori interpreti e trasmettitori di cio' che sappiamo e sentiamo dentro.

Buddha fu uno Sankhya Yoghi, Arar Kalam era il suo maestro Sankhya Acharya.

Purtroppo l'umanità non era pronta per capire, nè per porre in atto tutte le pratiche indicate da Patanjali, solo pochi hanno saputo percepire il messaggio e salire i gradini della riuscita.
La maggioranza si dedica sempre a ciò che è più facile, di più rapida realizzazione, ma purtroppo di scarso rendimento dal punto di vista spirituale.

Gorak nel X secolo diede ulteriori classificazioni allo Yoga e lo divise in Hatha Kriya e Raja, puntanto molto sull'Hatha Yoga.
Hath significa promessa, rigida promessa, la fermezza di colui che vuole a tutti i costi raggiungere ciò che si è prefissato., Senza Hatha non esiste lo Yoga.

Con Hatha Yoga, si raggiunge l'equilibrio tra i due canali Surya e Chandra, il sole e la luna, Pingala e Ingala, che hanno inizio dalle narici destra e sinistra.
La maggoranza delle persone non ha equilibrio perchè i due canali non sono puliti, perciò vivono nell'oscurità (Tamas), dice Gorak.
Gorak ha suggerito sei tipi di pulizia del corpo:
Pulizia dello stomaco compresa la bocca, pulizia dell'intestino, pulizia del naso, pulizia degli occhi, pulizia del sistema urinario, pulizia della mente attraverso le respirazioni.
Tutto questo Hatha Yoga, corrisponde alle due parti Nyam di Pulizia (SOCH) e di Soddisfazione (SANTOSH).

Kriya sono le azioni, come compiamo le azioni.
Raja e' il mistero da raggiungere.

Noi di Italia indiana pratichiamo esploriamo studiamo e cerchiamo di trasmettere.
Speriamo di non essere di troppa veemenza.
Grazie per il vostro ascolto.

AUM SHANTI SHANTI SHANTI

sri nivas e patou tripathi




Pranayama ANULOM VILOM Inspirazione Espirazione.
Seduti in comoda posizione, occhi chiusi.
Inspirare ed espirare lentamente alcune volte.

Con il pollice destro chiudere la narice destra ed inspirare con la sinistra.
Con l'indice destro, chiudere la narice sinistra, aprire la destra espirando, senza muovere la mano, muovendo solo le dita, inspirare dalla stessa.
Il movimento respiratorio deve essere lento e continuo. Internamente accompagniamo la respirazione con AUM.
Ripetere per cinque volte.
Se gira leggermente la testa, incrociare gli occhi senza aprirli.
Questo tipo di respirazione puo' essere praticato fino a quattro volte al giorno e agisce come ottimo purificatore del sistema nervoso.

Posizione del Cadavere _SAVASANA_
Classica posa di rilassamento, praticata all'inizio della sessione, in mezzo agli asana ed anche come rilassamento finale.
Sdraiati sulla schiena rilassatevi, braccia poste lungo i fianchi, cercate di sentire ad una ad una tutte le parti del corpo, realizzate la tensione che se ne va. Respiro regolare sollevando il ventre. 5 minuti.

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